Nel miliardario settore dei videogiochi, il termine «crunch» si riferisce a un lungo periodo di lavoro estremo e non retribuito. Per i capi è una specie di rituale di iniziazione, ma è una forma estrema di abuso
Molte aziende insistono sul fatto che il crunch è volontario e che i dipendenti non esentati vengono ricompensati. Tuttavia, i dipendenti stipendiati del settore riferiscono di sentirsi spesso manipolati e costretti a lavorare per orari eccessivi.
@tetraodon @videogiochi il mercato del lavoro nei videogiochi è un interessante precursore di un fenomeno che nel futuro sarà sempre più intenso Se non si porranno limiti, Prima di tutto da parte delle persone sfruttate: la schiavizzazione dei Nerd!.
I “nerd” sono una non-categoria inadatta alla sindacalizzazzione e allo stesso tempo facilmente inducibile alla sovrapproduttività.
Mix pericolosissimo
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@masticaxxi @tetraodon @videogiochi non è colpa loro: discorsi sulla tutela i propri diritti nel lavoro è diventato un tabù. Se ne dovrebbe parlare nelle scuole e, se qualcuno vuole istruire i ragazzi su queste cose, di solito lo fa con quelli “meno brillanti”, perché sono intuitivamente più a rischio di sfruttamento. Ma gli sfruttatori più furbi puntano sui nerd, facili da blandire e ad alto rendimento
@masticaxxi @informapirata @videogiochi Facile parlare così, ma per i lavoratori precari iscriversi al sindacato può essere fonte di problemi e discriminazione.
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@stefanotieri sì, è vero. Per fare una battuta amara, si potrebbe dire che hai ragione ma solo per quanto riguarda i sindacati del secolo scorso 😁
@tetraodon @masticaxxi @videogiochi
Per gli altri lavoratori invece fanno qualcosa?
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@tetraodon @masticaxxi @videogiochi certo, ma lo era anche quando il sindacato era appena nato.